il piccolo principe

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isbel83
view post Posted on 9/1/2009, 12:57




UNA NUOVA RILETTURA DEL PICCOLO PRINCIPE
Credo che tutti noi, almeno una volta, abbiamo letto il Piccolo Principe, il capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry. Forse questa volta è capitata nella nostra infanzia, perché per molti questo testo è solo una favoletta per fanciulli. Niente di più sbagliato. Questo romanzo è molto, molto di più. Proprio per questo consiglio una rilettura….chissà forse con gli occhi di adulti si possono capire cose che in passato ci sono sfuggite, oppure no, forse dipende tutto dall’animo con cui si “affronta” tale opera. Esattamente un anno dopo la pubblicazione dell’opera, nell’1944, Saint-Exupéry si inabissava con il suo aereo durante una missione di guerra…il suo Piccolo Principe nel romanzo aveva predetto “sembrerò morto e non sarà vero”…forse il fanciullo biondo non si riferiva solo a lui, ma anche all’uomo che lo aveva plasmato e gli aveva dato vita. A distanza di decenni Il Piccolo Principe è più vivo che mai, così come il suo creatore, con milioni di copie vendute e tradotto in più di circa ottanta lingue.
Nel racconto l’autore narra di aver effettuato un atterraggio di fortuna nel deserto del Sahara, qui incontra un piccolo principe proveniente da un altro pianeta che gli chiede di disegnarli una pecora. Dopo molti tentativi e rifiuti l’aviatore disegna una scatola con dei buchi e spiega al fanciullo, soddisfatto, che all’interno c’è la sua pecora. Il principe inizia così a raccontare la sua storia: egli vive su un piccolo asteroide chiamato B612 che ha tre vulcani e una rosa molto esigente. Un giorno mosso dalla curiosità il piccolo principe parte per vedere il resto dell’universo..in questo viaggio visita altri asteroidi e proprio da qui iniziano le comparse di strani personaggi, come ad esempio il re triste, perché non ha uomini che lo servano, oppure l’ubriacone che beve per dimenticare la vergogna di bere ecc.. fino al giorno in cui arriva sulla terra. Il principe è estremamente sorpreso di questo pianeta poiché nota che in esso ci sono molti roseti (e questo lo rende anche un po’ triste), mentre lui era convinto che la sua rosa fosse l’unica in tutto l’universo. Il principe racconta degli incontri sulla terra, con il serpente, poi incontra un normalissimo fiore e, chiedendogli degli uomini, si sente rispondere che ne esistono al massimo sei o sette, e che sono imbarazzatissimi dal fatto di non avere radici: questo fiore si ritiene più forte, più importante degli uomini; di quelli come lui ne esistono a migliaia, mentre gli uomini sono pochi e deboli “sballottati dal vento, che li sospinge dove vuole”, proprio perché non sono come lui, che ha le radici a sostenerlo. Infine incontra la volpe (personaggio chiave) che lo aiuterà moltissimo nel suo percorso di crescita interiore: sarà lei a spiegargli che lui e il suo fiore si sono addomesticati, cioè sono diventati fondamentali l’uno per l’altro, e che per ciò lui è responsabile del suo fiore, e non può quindi abbandonarlo; ricordandogli che amare vuol dire anche soffrire, e spiegandogli anche che, senza gli affetti, la vita è priva di significato. Prima della partenza gli rivela poi i suoi segreti: è il cuore che fa vedere la verità, è il tempo che si dà a qualcosa o qualcuno a renderlo importante per noi.
Il principe infine racconta del suo incontro con gli uomini fino a che la narrazione non torna a lui e al pilota bloccati nel deserto. È passato un anno dall’arrivo del principe sulla terra ed è giunto il momento, per lui, di fare ritorno al suo asteroide…il pilota è triste poiché comprende che per fare ciò il piccolo principe dovrà morire, il suo corpo è troppo pesante per essere trasportato.
La notte successiva il piccolo principe si mette in marcia fa un passo e se ne va.
Il Piccolo Principe non è un libro di un adulto rivolto ad un bambino, né tantomeno un libro di un bambino rivolto ad un adulto…l’autore fonde queste due imprese e le oltrepassa creando un racconto che non ha precedenti nella storia della letteratura. In chiave poetica ( il tutto accompagnato dai disegni dell’autore) il racconto sembra quasi un educazione al valore dei sentimenti, del vero significato della vita, dell’amore e dell’amicizia; senza mai cadere però nella retorica più scontata o in riflessioni filosofiche complesse…perché si sa la vera bellezza sta proprio nella semplicità con cui un cuore guarda e ascolta un altro cuore. Gli occhi non sempre rendono giustizia al vero incanto, e il tempo veritiero è quello in cui ci dedichiamo, incondizionatamente, a ciò amiamo ( e non perché no?!!?).

“…gli uomini hanno delle stelle che non sono le stesse. Per gli uni, quelli che viaggiano, le stelle sono delle guide. Per altri non sono che delle piccole luci. Per altri, che sono dei sapienti, sono dei problemi (…) ma tutte queste stelle stanno zitte, tu avrai delle stelle come nessuno ha (…) tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere….” A. de Saint-Exupéry

Per Alessio
 
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