E' morto Giorgio Chinaglia

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fogo1
view post Posted on 1/4/2012, 23:59




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Una notizia brutta dopo l'altra per gli appassionati di sport e di calcio in particolare. Un addio inatteso, brusco, a pochi giorni dall'altro. Prima la tragedia del pallavolista Vigor Bovolenta, poi la morte terribile di Francesco Mancini. E, ora, il destino si porta via anche una leggenda del calcio italiano come Giorgio Chinaglia. Il miglior attaccante nella storia della Lazio se ne è andato questa mattina in Florida, lì dove si era trasferito negli ultimi mesi. Gli è stato fatale un infarto che lo ha colpito venerdì e lo ha stroncato a 65 anni.

UN BOMBER IMPRESSIONANTE - In campo era un cannoniere vero, un attaccante di sfondamento che negli anni 70 metteva a ferro e fuoco le difese con una potenza incredibile per l'epoca. Fuori emergeva ancora di più tutto il suo carattere di ferro. Un carattere forgiato negli anni difficili dell'adolescenza. Nato il 24 gennaio 1947 a Carrara, si è presto dovuto trasferire con la famiglia in Galles, lì dove inizia a tirare i primi calci al pallone portando a casa qualche soldo lavando i piatti nei ristoranti. A 19 torna in patria grazie alla Massese e la sua carriera si tramuta una scalata fulminante. Tre anni in Serie C tra i toscani e l'Internapoli, poi il salto triplo alla Lazio nell'estate del 1969. È subito colpo di fulmine con i biancocelesti, neopromossi in Serie A. Resta nonostante la retrocessione del 1971 e diventa la stella assoluta attorno alla quale Tommaso Maestrelli costruisce la rinascita di una squadra che nel 1974 vincerà il primo storico scudetto. Resterà sino al 1976 (segnando 98 gol in 209 partite), anno in cui sulla Lazio si abbatte come un macigno la malattia proprio di Maestrelli. Decide di lasciare l'Italia, nuovamente, e di volare a New York per giocare nei mitici Cosmos di Franz Beckenbauer, Carlos Alberto e soprattutto Pelé. Segna la bellezza di 193 gol in 213 partite (53 in 43 incontri di playoff), laureandosi capocannoniere della NASL per cinque volte e vincendo quattro Soccer Bowl. Poi, nel 1983, appende gli scarpini al chiodo.

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IL VAFFA E LE ALTRE CADUTE - Il carattere, dicevamo, e l'irruenza sono sempre state anche il suo "tallone d'Achille". Basta pensare all'episodio celebre in mondovisione dell'Olympiastadion di Monaco, in quel celebre Italia-Haiti 3-1 del 15 giugno del 1974. Gli azzurri hanno rimesso in piedi una partita che rischiava di tramutarsi una nuova Corea, ma l'atmosfera nello spogliatoio del ct Ferruccio Valcareggi è esplosiva. E Chinaglia, al momento della sostituzione a favore di Pietro Anastasi, se ne esce a onor di telecamera con lo storico "vaffa", un gesto di sdegno per tutta la panchina azzurra, che di lì a poco uscirà mestamente dal Mondiale dopo due anni d'imbattibilità. L'episodio più clamoroso, ma non l'unico passo falso in una vita vissuta sempre al limite. Nel 1983 decide di acquistare la Lazio, per la gioia della tifoseria eppure senza grande fortuna e con il triste epilogo della retrocessione del 1985, determinata da gravi problemi economici. Si reinventa commentatore televisivo, ma nel 2006 torna all'onore delle cronache per un'indagine sul suo conto con l'accusa di riciclaggio nell'ambito della scalata alla stessa Lazio. Una vicenda controversa, che si chiude con una multa da 4,2 milioni di euro e un mandato di arresto. Chinaglia decide di non tornare più in Italia e resta in Florida sino al triste evento di quest'oggi. Una dura storia da migrante dall'inizio alla fine.

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LA MALEDIZIONE DELLA LAZIO DEL 1974 - E' in giornate come queste che si guarda al passato e si ripensa agli scherzi di un destino certe volte balordo. Come non pensare alla storia della mitica Lazio scudettata di Maestrelli, un gruppo di uomini con gli attributi che incarnava nello spogliatoio l'anima di anni turbolenti per l'Italia intera e si riuniva sotto l'ala protettrice di un uomo mite come il tecnico artefice del miracolo. Chinaglia, appunto, ma anche capitan "Pino" Wilson, Re Cecconi, Frustalupi, D'Amico e Garlaschelli. Una specie di "sporca dozzina" capace di partorire un miracolo tra risse nello spogliatoio e partite perfette. Da quel 1974, però, molti di quegli eroi sono stati perseguitati dal destino. La già citata malattia che si portò via Maestrelli nel 1976. La tragedia incredibile che si consumò 47 giorni dopo, con Re Cecconi che fu ucciso a soli 28 anni da un amico gioielliere dopo aver inscenato una finta rapina ai suoi danni. Il tremendo incidente d'auto che uccise Frustalupi a 48 anni, nel 1990. La difficile vita post-calcistica di Chinaglia e quella altrettanto complessa di Wilson (condannato per il calcioscommesse del 1980 ma anche condannato in primo grado per bancarotta fraudolenta). Ma chissà che "Long John", oggi, non abbia deciso di portare via con sé anche questo brutto scherzo del destino. Da allontanare come quel giorno a Monaco, con lo sguardo stanco e seccato. E quella mano che si scrolla di dosso ciò che non meriterebbe.
Mattia FONTANA (Twitter: @mattiafontana83) / Eurosport
 
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InteristaRosicone&Falso
view post Posted on 2/4/2012, 08:18




Solo in Italia un ricercato diventa un eroe dopo morto
 
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Grifone79.
view post Posted on 2/4/2012, 08:34




Diciamo che in effetti dopo aver abbandonato l'attività di giocatore è riuscito più d'una volta a infangare il proprio nome. Cmq...R.I.P.
 
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2 replies since 1/4/2012, 23:59   27 views
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