Schwazer in lacrime "Ho preso l'Epo in Turchia"

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fogo1
view post Posted on 8/8/2012, 20:07




Maglietta nera come il suo stato d'animo, sempre più sconvolto dalla positività all'Epo che gli ha rovinato la carriera, faccia tirata e occhi scavati. Alex Schwazer si presenta così nella conferenza stampa che ha convocato lui stesso per chiarire i modi e i tempi con cui ha assunto il doping. Nella testa una sola convinzione: chiudere con la marcia e ripartire da zero. Per una vita normale e senza più menzogne.
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TROPPA PRESSIONE - Dopo la medaglia d'oro a Pechino, la vita sportiva di Alex non è stata ricca di successi come invece quel trionfo aveva fatto intendere: "Ho iniziato a considerare l'idea del doping alla fine dello scorso anno, dopo tre anni molto difficili. Chi segue il mio sport sa che tante volte non sono stato bene e nel 2010 avevo anche detto di voler smettere perché non sentivo più nessuna emozione. Dovevo prendere delle decisioni, ma con le Olimpiadi imminenti e con la pressione che mi ero creato praticamente da solo non sono più stato lucido: avevo aspettative importanti, volevo tornare più forte di prima e non sono riuscito a dire di no al doping in vista di Londra".

IL VIAGGIO IN TURCHIA - In Italia serve la ricetta, all'estero no. Alex Schwazer racconta tutto quello che è successo, come si è procurato il doping e quanto lo ha pagato: è un racconto struggente, e mentre parla piange al ricordo di quello che ha vissuto in quei momenti. "Ho fatto un grande errore e non posso dire altro che mi dispiace tanto - annuncia nel corso della conferenza stampa tenutasi presso l'Hotel Four Point di Bolzano -. Chiedo scusa a tutti, alla mia famiglia soprattutto, alla mia fidanzata e ai miei sponsor. Vorrei solo chiarire le cose. Adesso si scrive tanto e io voglio che venga scritto tutto correttamente. Ho preso questa decisione da solo. Io ho deciso di non dirlo a nessuno, né alla mia famiglia, né alla mia fidanzata né a nessun altro. Era una cosa mia e non volevo mettere nei guai nessuno. Mi sono informato su internet e, anche se ho letto che è impossibile farsi di Epo da soli, vi posso assicurare che su internet si trova tutto. Sono andato all'estero da solo, più precisamente in Turchia, tre giorni ad Antalia, mi sono procurato l'Epo in farmacia e poi sono tornato. Mi sono portato dietro 1500 euro e, senza ricetta, ho detto al farmacista tutto quello che volevo e lui mi ha dato il doping. E' stato un momento bruttissimo, io non avevo mai fatto uso di sostanze dopanti. E stare da solo in una stanza, sapendo perfettamente quello che stavo facendo è un qualcosa che mi ha distrutto".

PRESA L'EPO DAL 13 AL 29 LUGLIO - Prima un controllo, poi dal giorno successivo sono cominciate le iniezioni. "Una volta preso l'Epo in Turchia ed essere rientrato in Italia mi sono allenato regolarmente, come sempre. Il 13 di luglio avevo un controllo a Oberstdorf e dopo questo controllo ho cominciato a fare le iniezioni di Epo. Queste ultime tre settimane sono state le settimane più difficili della mia vita. Si dice che con il doping si va più forte, ma psicologicamente è stata una mazzata. Ho mentito a tutti, alla mia fidanzata e alla mia famiglia. Sapevo che ero positivo, mi svegliavo alle 3 di notte con la paura che arrivasse un controllo antidoping alle 6. Sapevo che se fossero arrivati avrei dovuto dire alla mia fidanzata di non aprire la porta perché sarei stato positivo a quel controllo. La mia situazione era disperata, io ero disperato. A casa non aspettavo altro che la mia fidanzata andasse all'allenamento per potermi chiudere in bagno e farmi l'iniezione di Epo: non è una bella cosa, è un qualcosa che devasta. Alla 20 km di Londra non sono andato perché stavo male davvero (ufficialmente un raffreddore, ndr), non per il doping. Mi sono sentito distrutto per tutte queste giornate. Il 29 di luglio mi sono fatto l'ultima iniezione, sono tornato a casa perché dovevo ancora prendere la tessera sanitaria che è richiesta alle Olimpiadi e non lo sapevo prima. Era anche il compleanno di mia madre. Il 30 mi hanno fatto un controllo antidoping e io non avevo più la forza di dire a mia madre di non aprire la porta. Volendo avrei potuto farlo perché volendo si possono saltare due controlli in 18 mesi. Io però non ne ho mai saltato uno e inoltre non avevo più la forza di andare avanti, di mentire e di nascondermi. Ho fatto il controllo sapendo di essere positivo. Ora sono distrutto, perché ho buttato via tutti questi anni di lavoro per un gesto assurdo. Allo stesso tempo, però, sono anche contento che tutto sia finito.

FATTO TUTTO DA SOLO: E CON FERRARI HO CHIUSO A INIZIO 2011 - L'ultimo mese è stato un campionario di bugie e menzegne. Anche e soprattutto nei confronti della sua fidanzata Carolina Kostner. "Non è stato facile dire che la vitamina nel frigo non era Epo, ma una semplice vitamina - ammette Schwazer -. Lei non sapeva niente, lei ha i suoi programmi e decide per i suoi programmi. A Carolina l'ho detto appena mi hanno chiamato da Londra, è stata la prima, poi i miei genitori e la mia manager. Poi l'ho detto al collega della Gazzetta, Molinaro, perché ci tenevo che foste informati direttamente da me. La differenza fra me e lei è che Carolina ama il suo sport, io il mio sport lo faccio perché sono bravo, non perché ho piacere ad allenarmi 35 ore alla settimane. Ho fatto settimane ad aver paura di tornare a casa la sera perché prima di dormire pensavo che il giorno dopo avrei dovuto fare ancora allenamento. Perché sono andato dal dottor Ferrari? Lo conosco bene, ma - a differenza di quello che ho letto - non è vero che mi sono dopato con lui nel 2010. Io l'ho contattato a fine 2009, ma solo per consigli sui test atletici. Non l'ho più sentito dall'inizio del 2011 da quando è scoppiato tutto il 'casino' con i ciclisti. Lui non è un allenatore? Lui è un grandissimo allenatore, è medico sulla carta ma è anche un preparatore, perché altrimenti Lance Armstrong, con tutti gli allenatore da cui sarebbe potuto andare, avrebbe scelto proprio lui? Perché proprio Ferrari? Da chi devo andare? Dall'allenatore russo che ha mezza squadra dopata, da quello tedesco che ha altri mille problemi. Non è il doping che ti fa forte, devi allenarti bene, devi sapere cosa mangiare bene. La Federazione di quello che ho fatto non sa niente. Giustamente ora tutti dicono che sono delusi da me, però io quando ho fatto queste scelte ho fatto tutto da solo perché non volevo mettere nei guai nessuno. Non ho detto niente proprio per questo e anche un po' per vergogna. Uno crede di poter vincere sempre da pulito, poi cresci e ti fai delle domande. A me dispiace tantissimo e spero che per lui non ci saranno problemi. Ho scelto di fare questa cosa non Italia perché sono convinto che in Italia nessuno può passare inosservato facendo queste cose.".

LONDRA NON LO AVREBBE VISTO PROTAGONISTA - A prescindere da come è finita, Alex rivela poi che a Londra non ci sarebbe andato comunque. "Anche se questo non fosse venuto a galla, alle Olimpiadi non ci sarei andato ugualmente - spiega Alex -. Non avrei trovato la forza: non ne avevo per la 20 km, immagino che non avrei trovato energie nemmeno per la 50. A Londra non c'ero perché sarei dovuto partire domani. Io volevo a tutti i costi fare entrambe le distanze. Sulla 50 km se sono al top io vengo, e l'ho dimostrato. Il problema è la 20 km, ed è un problema in più se si decide di fare anche la 50. Con la 20 devi andare molto veloce nella parte finale, e per me è difficile date le mie caratteristiche. Nella vita uno deve fare solo quello che sa fare, perché se si vuole fare anche quello che non si sa fare poi si sbaglia. Poi si fa la mia fine, io volevo tutto e ora ho perso tutto.

SQUALIFICA A VITA - Non ha cambiato idea sul doping; parlava di radiazione qualche anno fa e utilizza le stesse parole anche adesso che il protagonista dell'illecito è lui. "Io non devo coprire nessuno, ho fatto tutto da solo e senza aiuti: e non voglio una diminuzione della mia pena. Credo che per chi si dopa l'unica soluzione sia la squalifica a vita. Io voglio tornare a una vita normale. Io non ho mai speso soldi nella mia vita per farmaci dopanti, e non ho mai preso niente da Ferrari. Per me la cosa più importante è liberarmi di questo peso, di poter tornare alla vita normale. Se poteste controllare il flusso dei pochi soldi che ho lo vedreste da soli. Io sono una caso estremo: chi vince un'Olimpiade fa una cosa estrema in senso positivo, e chi si dopa e lo ammette fa un'altra cosa estrema, questa volta in negativo. Io spero che la gente possa valutare me come persona e non come ex drogato. Domani vado a Bologna e devo ridare pistola e tesserino. Se non ci fosse stata l'arma dei carabinieri a 18 anni io non potevo fare questo sport a livello professionale. Se non ci fossero loro negli sport, non nel calcio ma in quelli cosiddetti minori, il professionismo non esisterebbe. Perché sarebbe impossibile allenarsi 4/5 ore al giorno e lavorare contemporaneamente. Se ho fatto il professionista è grazie all'arma dei carabinieri: chiedo scusa a tutte le persone che ho deluso, e loro sono tra questi".

A PECHINO ERO PULITO - Lo aveva già detto, ma Alex lo ha voluto ribadire con forza anche durante la sua ultima apparizione da "sportivo". "Non ho mai preso nulla fino al 13 luglio. A Pechino ero pulito. Spero che tutto possa venire analizzato ancora. Spero che tutti i controlli antidoping vengano pubblicati e poi vedrete che ogni medico che ne capisce dirà che non può esserci nessuna traccia di doping. Nessuno lo ha mai scritto, ma io ho vinto a Pechino con una emoglobina di 12.9, che è il valore di un anemico. Ho letto che quello che mi hanno fatto era un controllo mirato, ma già nel 2010 i controlli dicono che io non ho mai fatto uso di doping, perché con i valori che ho io è impossibile affermare che sono i valori di un dopato.

PER IL FUTURO UN DESIDERIO: UNA VITA NORMALE - Il mondo dell'atletica è un capitolo chiuso, ora per Alex Schwazer c'è da affrontare una nuova vita, dato che quella che ha vissuto finora non era quella che avrebbe voluto vivere: "Io voglio cambiare pagina, ho fatto tanti anni di sacrificio e ho sbagliato. Io anche da giovane ho marciato tantissimo, sofferto enormemente durante gli allenamenti. Da piccolo a scuola mi prendevano in giro perché facevo la marcia. Nessuno mi vede durante l'allenamento: tutti mi vedono solo durante la gara X. Nessuno conosce i miei sacrifici. Io voglio solo una vita normale. Adesso voglio ripartire da zero. Voglio che i giovani capiscano che con il doping ci si fa solo male. La vita è tutt'altro. A casa io ho quattro medaglie, ma le cose importanti sono la famiglia e amici, che oggi sono qua, e mettere tutto in gioco solo per andare forte in una gara non ha senso. Solo ora lo so. Io posso solo dire che chi ha talento e ce la mette tutta può arrivare dove vuole. A Pechino ho vinto perché ero sereno, non pensavo al doping ed ero tranquillo. Il doping non ha senso, e alla fine ti rovina. Io voglio vivere facendo un lavoro che mi possa permettere di rientrare a casa la sera e trovare la mia fidanzata, non due volte al mese, e la mia famiglia, non tre volte all'anno".
Eurosport

Spiace che un bravo ragazzo come lui ci sia cascato..
Spero non copra nessuno, in ogni caso..
 
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InteristaRosicone&Falso
view post Posted on 9/8/2012, 09:10




Scritto da Diego Cacchiarelli - Giovedì 09 Agosto 2012

1-1Queste le parole sfuggite ad Alex Schwazer in conferenza stampa durante un pressing dei giornalisti che lo incalzavano sul ruolo della Federazione nelle sue difficolta' degli anni passati. Cerchiamo di analizzare un po’ il discorso.

Premetto che più in basso potete trovare sia il file audio, che quello video come anche la trascrizione integrale della parte di conferenza stampa in cui si parla dei suoi rapporti con la Fidal. Il video, dopo aver aver letto la trascrizione, è senz’altro il documento più eloquente.

Torniamo all’analisi senza tornare però sulle varie ipotesi di un doping fatto in casa o meno. I fatti sono che Schwazer è stato trovato positivo all’Epo e questo è quanto.

Ma i rapporti con la Federazione, a questo punto, risultano interessanti. Volendo riassumere nella maniera più sintetica e brutale possibile, si può dire che se la Federazione sapeva, è male ma se non sapeva (come sembrano dire tutti gli attori), è anche peggio!

Nella parte trascritta sotto, traspare in maniera piuttosto chiara il disagio di un atleta che, lasciato il suo guru-allenatore a Saluzzo ha attraversato un periodo di grande crisi all’interno della quale la Federazione sembra non aver avuto nessun ruolo.

Ora, ragioniamoci un attimo: Schwazer, medaglia olimpica alle ultime olimpiadi, va in crisi. Arese a caldo sulla RAI, più a freddo su LA7 (qui il video: http://youtu.be/aF91NMwB9xU?t=40s) e ufficialmente sul sito Fidal (leggere l'ultima frase della notizia http://www.fidal.it/content/Arese-il-dopin...a-vincere/50652) commenta che purtroppo un ostacolo è stato dato dal fatto che lui voleva stare da solo, gestirsi da solo, ecc…
Non manca nemmeno il tocco di classe a cui Arese ci ha abituati: a domanda se è sensato che venga chiesta la dimissione dei vertici federali il Presidente Arese non risponde preferendo controbattere che allora nel ciclismo non ci dovrebbe mai essere Presidente. Sono queste le analisi di cui l’atletica di domani ha bisogno! Bravo Francè, speriamo che il Coni sia in ascolto.

Ma tornando alla dichiarazione (reiterata) sulla “voglia di solitudine” del marciatore tirolese, direi che questa è semplicemente incredibile. Una medaglia d’oro olimpica ha impegni (contratti, direi) morali e legali con una miriade di entità e giustificarsi dicendo non lo sapevamo anche perché lui stava spesso da solo è inqualificabile per una dirigenza che vuole gestire una Federazione nazionale e relativi atleti di vertice!

Purtroppo l’episodio non è singolo. Andrew Howe vi dice qualcosa? Bi-Campione del mondo Juniores perso tra i litigi dei vari tecnici-mamme-medici e dirigenti. Subisce incidenti ma poi si riprende. E allora per premio la Fidal preferisce non fargli fare le Olimpiadi…così non si stanca e magari ce l'abbiamo in forma per i mondiali master fra qualche anno!

Come dice Alex…bisogna fare solo 1+1…il cui risultato forse corrisponde anche al voto che si può assegnare a questa dirigenza nel gestire gli atleti e non solo.

Oggi in Fidal tengono un profilo basso e silenzioso in attesa che la tempesta passi. Sicuramente passerà per i media che si occupano di atletica una volta ogni 2 anni (ci sono anche i mondiali). Di certo la tempesta non passerà per gli addetti ai lavori del nostro mondo i quali a quest'ora, se hanno a cuore il nostro sport, saranno parecchio incazzati.

A dicembre si vota per il rinnovo delle cariche compresa quella del Presidente. Stavolta, invece di fare 1+1 potremmo fare 1-1 e portare a zero, azzerare un gruppo di amministratori che hanno dimostrato più e più volte scarsa attitudine ad incarichi di una certa importanza.


File audio (.mp3):
icon Alex Schwazer - Audio conferenza stampa 08/08/2012 (1.89 MB)


File video (.avi):
icon Alex Schwazer - Video conferenza stampa 08/08/2012 (7.42 MB)


Trascrizione:
Giornalista: Hai mai pensato di chiedere alla Federazione un aiuto, un consiglio, un nome (per un allenatore di livello, ndr…)



SCHWAZER: Io su questo non poss… non voglio dir niente perché io oggi mi sono giurato che non voglio parlare male su nessuno. Posso solo dire una cosa: che la Federazione lo sa (la sa è poco udibile).

Giornalista: Ti sei sentito lasciato solo?

(Alex sembra annuire)

Giornalista: Ma ti sei sentito comunque solo?

SCHWAZER : L’unica cosa che ho letto per esempio oggi che il Presidente Arese ha detto che io mi trovavo a Innsbruck quando ho fatto il controllo e che ho preso la cosa in un centro biathlon a Innsbruck!

A: non c’è il centro biathlon a Innsbruck – B: io non sono mai stato a Innsbruck. Questa è la realtà in Italia. Ok?

Io ho fatto mille pensieri da chi potevo andare e questa è stata la mia ultima scelta. Ma quando uno si fa il culo tutti i giorni non pensa: “caso mai da questo non posso andare”. Migliori allenatori al mondo, all’estero…da chi devo andare? Dall’allenatore russo che ha la mezza squadra positiva? Allenatore tedesco, ex DDR – Stasi? Da chi devo andare? Me lo dica! prego! No, è stata la (sua) domanda! (riferendosi ad un giornalista che gli chiedeva perchè non avesse scelto un allenatore, ndr)

Giornalista: Scusa ma tu ti sei dunque sentito solo, lasciato solo dalla Federazione, questo intendevi prima?

SCHWAZER :Io su questo non voglio insistere, scusate.

Io non voglio attacar nessuno perché … io voglio cambiar pagina.

Giornalista: Si è fatto vedere qualcuno?

(Alex non risponde e continua il discorso)

SCHWAZER : Ho fatto tanti anni di sacrificio e… e ho sbagliato stavolta e…per me finisce qua.

Però per quanto riguarda la Federazione bisogna fare solo 1 +1 . Sentire più di un atleta e basta.

http://www.atleticanet.it/component/conten...re-solo-11.html
 
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