L’Italia può festeggiare il 3-1 dell’Hrazdan Stadion di Yerevan siglato Pirlo, De Rossi e Osvaldo per battere un’indefessa Armenia: azzurri in debito e messi alle corde dalle sistematiche ed energiche ripartenze avversarie fino a metà ripresa quando gli stacchi di testa degli “emarginati” romanisti decidono il risultato a favore dell’undici di Cesare Prandelli. L’Italia, dopo il pari con la Bulgaria e un successo sbiadito su Malta, non poteva fallire la terza di qualificazioni ai Mondiali ’14 e così è stato, ma la buona sorte e un superiore indice tecnico hanno sopperito a una tenuta di gioco ancora transitoria e a una linea difensiva già palesemente appesantita dai primi mesi di campionato.
PIRLO APRE DAL DISCHETTO, MA I FUOCHI SONO TUTTI ARMENI – L’Italia, con Sebastian Giovinco al posto di Balotelli influenzato, parte bene con Montolivo, che sarà tra i migliori della partita, schierato sulla linea della trequarti per attaccare tutti gli spazi concessi dall’Armenia. E proprio da un inserimento del centrocampista del Milan, servito in area piccola da Criscito, nasce il penalty (generoso) a favore dell’Italia: Montolivo prima tenta la rete di tacco, poi crossa verso il centro, ma Mkoyan da posizione molto ravvicinata tocca con la mano e viene ammonito. Pirlo, che qualche minuto prima aveva sfiorato su punizione (Berezovsky smanaccia per levare la palla dal sette), non fallisce dal dischetto per il primo vantaggio Italia al 10’. Sembra facile, Mkoyan rischia un altro rigore (e il rosso) trattenendo vistosamente Bonucci in area, ma proprio il centrale della Juventus in evidente ritardo stende Mkhitaryan sulla prima ripartenza avversaria e si prende il giallo. Non è un fuoco di paglia, perché da metà primo tempo c’è solo l’Armenia in campo e al 28’ è già 1-1: Henrikh Mkhitaryan - esterno classe 1988 dello Shakhtar Donetsk, il migliore in campo - salta con comodità irrisoria il piantato Barzagli e supera Buffon col diagonale basso, azione viziata dal fallo di Manoyan su Maggio (una tremenda zuccata nel tentativo di anticiparlo), ma l’arbitro non fischia e grazia poco dopo il disastroso Mkoyan, ancora col tocco di braccio alto e scomposto per fermare Giovinco al limite dell’area. Prima dell’intervallo un solo break del solito Montolivo, smarcato in area da un geniale innesco di Pirlo, ma la sua conclusione col diagonale da posizione molto favorevole è un vero orrore.
C’É UN’ASSE DE ROSSI-OSVALDO PER PUNIRE L’ARMENIA - La ripresa non sembra cambiare copione: le progressioni palla al piede di Ozbiliz, Mkhitaryan, Manoyan e Movsisyan (tutti rapidissimi) sono dei graffi sistematici per un argine azzurro che, complici la serata no di Marchisio, il sovraccarico dei centrali di difesa e lo squilibrio offensivo di Criscito, sembra tutt’altro che difficile da scalfire. Al 55’ Buffon risponde con una prodezza alla mezza girata al volo di Manoyan, servito ancora dal craque Mkhitaryan, Ozbiliz ci prova un minuto dopo dal limite, Gigi è più impreciso, ma rimedia in due tempi. L’Armenia è ruvida e chiude con cinque ammoniti, ma il suo pressing così energico e la misericordia dell’arbitro sul terzo mani dello sciagurato Mkoyan in area (prima del termine sgomiterà su Osvaldo) concedono agli avversari di fare la partita fino al 68’: a destra Maggio scarica per Pirlo che calcia in mezzo per lo stacco vincente di Daniele De Rossi. Pochi minuti dopo Movsisyan viene anticipato da un provvidenziale Maggio prima del tocco a colpo sicuro e dall’area piccola su servizio del solito Mkhitaryan (altro strafalcione di Bonucci); nell’altra area Arzumanyan s’immola vicino alla riga di porta per opporsi al tiro di El Shaarawy a portiere battuto. Squadre stanche e lunghissime: chiude le avversità il colpo di testa di Osvaldo all’81’ su piazzato di De Rossi e proprio l’impatto sul risultato dei due romanisti scivolati ai margini della Roma di Zeman sarà l’irrinunciabile leitmotiv del dopopartita.
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