Ci ha provato, ma contro questo Bayern Monaco c’era ben poco da fare. I tedeschi sono ai vertici europei da tanti anni: la Juventus, che non raggiungeva i quarti di finale di Champions League dal 2006, avrà tempo e modo di rifarsi. Ora bisogna fare i conti con la realtà: il Bayern, oggi, è più forte della Juve. Che saluta l’Europa, ma che si appresta a rivincere lo scudetto in Italia. Da dominatrice assoluta.
CONTE SI AGGRAPPA A VUCINIC – Tutto confermato nella Juventus, con Conte che si affida al consolidato 3-5-2 per cercare l’impresa contro il Bayern Monaco: Padoin e Pogba sostituiscono gli squalificati Lichtsteiner e Vidal. Peluso va in panchina: gioca Asamoah. Davanti spazio alla coppia Vucinic-Quagliarella. Nel Bayern, Heynckes sceglie gli stessi undici della gara d’andata a eccezione di Luiz Gustavo, che restituisce il posto allo spagnolo Martinez (all’andata era squalificato), e Robben, titolare per via dell’indisponibilità di Kroos.
PIRLO CI PROVA SU PUNIZIONE - La Juventus comincia bene, Vucinic mette subito in mostra le sue qualità liberando il destro dal limite dell’area dopo appena due minuti, ma la sua conclusione è debole e per Neuer non ci sono problemi. Dopo un inizio con il freno a mano tirato, il Bayern si scuote e al 9’ va vicino al gol: provvidenziale la chiusura di Padoin su Mandzukic che stava per girare in porta il perfetto cross dalla destra di Ribery. Al 23esimo Juve vicina al vantaggio, ma sulla punizione di Pirlo appena fuori dall’area di rigore bavarese, Neuer risponde con un gran riflesso negando la gioia del gol al regista della Nazionale. Dopo la mezz’ora vengono fuori gli ospiti, che vanno alla conclusione con Müller, destro a lato su scarico intelligente di Mandzukic, e Alaba, sugli sviluppi di un angolo messo dentro dalla destra: Buffon riscatta lo scivolone dell’andata deviando nuovamente in calcio d’angolo. Al 35’, il Bayern perde per infortunio van Buyten: al suo posto dentro Boateng, il fratello del milanista Kevin-Prince. Nel finale un’occasione per parte: Bonucci si viene a trovare a tu per tu con Neuer, ma la sua girata non trova il bersaglio. Il Bayern risponde con è Ribery, ma il destro del francese dal limite dell’area si spegne a lato.
MANDZUKIC E PIZARRO: IL SOGNO CHAMPIONS E’ FINITO - Juventus subito pericolosa nel corso della ripresa: passano quattro minuti e Quagliarella converge dalla sinistra e poi libera il destra dal limite. La palla colpisce il palo esterno e termina a lato, ma Neuer sembrava comunque essere sulla traiettoria. Il Bayern non si scompone e al 57esimo pareggia con Robben il computo dei legni: il sinistro dell’esterno olandese dal limite dell’area ha il giro giusto, batterebbe anche Buffon, ma si stampa sul palo alla destra del portiere della Nazionale. Pochi giri di orologio, minuto 64, e la Juventus va sotto. Sugli sviluppi di una punizione battuta da Schweinsteiger dalla destra, la difesa di Conte va in affanno e Martinez è libero di calciare da due passi: Buffon si supera, ma sul tap-in ravvicinato di Mandzukic non può nulla. La Juve si lancia in attacco, ma inevitabilmente offre il fianco all’avversario, che al 66esimo si divora il gol del 2-0 con Müller: destro alto da ottima posizione sugli sviluppi di un assist di Robben. Conte inserisce Matri e Isla, e poco dopo ricorre anche a Giaccherini, ma la solfa non cambia: la partita la fa il Bayern, che non rischia nulla e che nel finale va nuovamente vicino al gol del raddoppio con Robben, prima di trovarlo davvero un minuto oltre al 90esimo con Claudio Pizarro, da pochissimo in campo al posto di un bravissimo Mandzukic.
L’ESPERIENZA E’ STATA FATTA: ORA SERVE INVESTIRE - La Juventus esce di fatto con le ossa rotte dal doppio confronto con il Bayern Monaco: in due partite zero gol fatti e quattro subìti. In 180’, la formazione di Conte non ha mai dato realmente la sensazione di poter far male al Bayern, che invece ha disposto dei bianconeri a proprio piacimento. All’andata e al ritorno, dove non ha corso grandi rischi e ha vinto ugualmente. La strada per la risalita è tracciata: la Juve sta facendo esperienza, che servirà sicuramente per giocarsela anche in Europa nei prossimi anni. Ora serve lavorare, e investire: in Champions League, senza i grandi giocatori, al massimo si arriva ai quarti di finale.
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