Dal 1° luglio, qualunque siano i risultati raggiunti da Massimiliano Allegri, la panchina del Milan cambierà padrone: al posto dell’ex-tecnico del Cagliari ci sarà un grande ex, Clarence Seedorf, al suo debutto da capo-allenatore nella squadra di cui è stato per anni una bandiera. La decisione è stata presa, in maniera irrevocabile, da Silvio Berlusconi, volto a ristrutturare completamente la sua società assecondando la linea strategica delineata dalla figlia Barbara, recentemente nominata ad, un ruolo che condividerà con Adriano Galliani seppur agendo all’interno di sfere diverse.
Seedorf, in rossonero dal 2002 al 2012 prima del trasferimento in Brasile, chiuderà la stagione – la sua ultima da giocatore – al Botafogo, per intraprendere poi la nuova carriera: l’olandese ha già avviato il percorso per l’ottenimento del patentino che gli permetterà di sedere sulla panchina del Milan in Serie A. Seedorf sarà l’undicesimo allenatore dell’era-Berlusconi, e metterà fine al quadriennio di Massimiliano Allegri, con cui il Milan ha conquistato uno scudetto (2010-11) e una Supercoppa (2011): prima di loro, la panchina rossonera aveva ospitato, nell’ordine, Liedholm, Sacchi, Capello, Tabarez, Zaccheroni, Maldini, Terim, Ancelotti e Leonardo.
Ma le novità nell’organigramma del Milan non finiscono qui: il ruolo di direttore sportivo, ora coperto da Umberto Gandini dopo l’addio di Braida, sarà occupato da Sean Sogliano - oggi ds del Verona -, persona molto stimata da Barbara Berlusconi. Il suo nome era stato accostato da tempo alla squadra rossonera.
L’altro grande ex che tornerà a pieno titolo in società sarà Paolo Maldini: Barbara gli ha ritagliato un nuovo ruolo dirigenziale su misura, accettato dall’ex-capitano rossonero già tre settimane fa, in pieno caos Galliani, con le dimissioni poi ritirate e il ridimensionamento dell’area di interesse dello storico dirigente del Diavolo. Maldini era stato seguito anche dal Paris Saint-Germain, che si era fatto avanti con un’offerta importante, ma ha preferito seguire il cuore e tornare nella squadra in cui ha giocato per tutta la vita.
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