Non è una questione di record e non è neanche una questione di concorrenza. "Troppo facile raccogliere primati con questa squadra, troppo facile tramortire delle rivali mediocri…”, il mantra dell’osservatore europeo è questo, ma è un mantra che non tiene conto del fattore principale che contraddistingue il percorso trionfale del Bayern Monaco in questa stagione: il gioco.
Il Bayern gioca bene, meglio di chiunque altro in Europa, e per questo il 25 marzo (record) con 7 giornate d’anticipo (record) ha conquistato il suo 24° titolo tedesco, il 23° dopo l’unificazione dei campionati. L’ha fatto con un sontuoso 3-1 in trasferta contro l’Hertha Berlino, il 19° successo di fila (record) in una striscia senza sconfitte allungata ormai a 52 partite (record). Guardiola sorride, mette in bacheca il suo primo vero trofeo tedesco e dà l’idea di essere appena all’inizio: perché Pep sta riuscendo nella mission impossible” che gli è stata affidata, cioè quella di migliorare una squadra che sembrava essere già perfetta.
LA CRONACA
L’avvio bavarese è roba da killer, giusto per chiarire subito la situazione: inserimento e destro di prima di Kroos per il vantaggio ospite già al 6’, mentre al 14’ arriva anche lo 0-2 di Götze di testa su invito magistrale di Schweinsteiger. Guardiola ringrazia e lascia i suoi a gestire il possesso in un 4-3-3 stracolmo di centrocampisti (5 di ruolo più Müller e Götze che si alternano nella posizione di “falso nueve”) che annebbia le vaghe idee dei berlinesi, i quali nel primo tempo non tirano mai in porta.
Il tecnico bavarese poi ruota i suoi nel secondo tempo, dando fiato a Robben e Müller inserendo Ribery e Mandzukic (chi si può permettere un doppio cambio così in Europa) e rischiando solo – minimamente – dopo il calcio di rigore dell’1-2 trasformato dal solito Adrian Ramos a seguito di una spintarella din area di Rafinha. Poco male, perché ci pensa Franck Ribery a mettere il punto esclamativo sulla partita: scambio sublime in velocità con Götze e pallonetto mancino per il definitivo 1-3 al 79’: la perla che ci voleva per mettere i titoli di coda a un campionato mai in discussione.
LA STATISTICA
Bastian Schweinsteiger con questo titolo sale a quota 7 Meisterschale in carriera, raggiungendo 3 leggende del calcio tedesco come Lothar Matthäus, Klaus Augenthaler e Alexander Zickler. Solo Oliver Kahn e Mehmet Scholl hanno vinto più campionati in Germania (8).
LA DICHIARAZIONE
Joachim Löw (ct Germania): "Complimenti al Bayern per aver conquistato il titolo con così tanto anticipo, è un risultato straordinario. E complimenti anche a Guardiola: è riuscito a costruire una squadra che è in continua evoluzione e il suo marchio si vede in questo Bayern, che è assolutamente dominante nel gioco e nel possesso palla".
IL MIGLIORE
Philipp Lahm: Guardiola lo schiera nuovamente a centrocampo e lui risponde con una partita semplicemente perfetta, senza sbagliare nemmeno un passaggio (134 su 134 completati). Non è un calciatore, è un robot.
IL PEGGIORE
Peter Pekarik: Difficile condannare un unico elemento in casa dell'Hertha. Dovendo scegliere, è piuttosto evidente che sul lato di Pekarik Alaba ha fatto il bello e il cattivo tempo per tutti i 90 minuti.
IL TABELLINO
Hertha Berlino (4-2-3-1): Kraft; Pekarik, Janker, Brooks, van den Bergh; Kobiashvili, Hosogai; Skjelbred, Mukhtar, Schulz; Ramos
Bayern Monaco (4-3-3): Neuer; Rafinha, Boateng, Dante, Alaba; Lahm, Schweinsteiger, Kroos; Robben, Müller, Götze
Gol: 66‘ rig. Ramos; 6‘ Kroos, 14‘ Götze, 79‘ Ribery
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